mercoledì 8 ottobre 2014

Papa Francesco, lo sport paralimpico, e un messaggio di speranza...





“La disabilità che sperimentate in qualche aspetto del vostro fisico, attraverso la pratica sportiva, e il sano agonismo, si trasforma in un messaggio di incoraggiamento per tutti coloro che vivono situazioni analoghe alle vostre, e diventa un invito ad impegnare le proprie energie per fare cose belle insieme, superando le barriere che possiamo incontrare intorno a noi, prima di tutto quelle dentro di noi.

Questa bellissima frase, tratta dal discorso di Papa Francesco, in occasione del primo gala della disabilità Believe to be alive (“Credi per essere vivo”), è un messaggio di speranza per tutti coloro che, pur vivendo un handicap, tramite lo sport, vogliono e possono superare ogni tipo di barriera che la società e la nostra cultura spesso ci presentano.

La manifestazione, tenutasi in Vaticano, è stata suddivisa in tre giornate. Venerdì 3 ottobre sono stati premiati gli atleti che si sono contraddistinti a livello mondiale nella propria disciplina, persone che con la tenacia e la voglia di non mollare hanno scritto pagine importanti di sport e di vita, come Alessandro Zanardi, l’ex pilota di Formula 1 che perse entrambe le gambe in seguito ad un incidente in gara nel 2001. Alle Paralimpiadi di Londra, nel 2012, ha portato a casa ben due medaglie d’oro e una d’argento, entrando nella leggenda dell’handbike e dello sport italiano tutto. Tra le altre premiazioni di giornata quella del Commissario Tecnico della Nazionale Italiana di ciclismo paralimpico Mario Valentini, che ha fatto del gioco di squadra, e dell’altruismo, una filosofia di vita.
Sabato 4 ottobre il Pontefice ha incontrato, presso la “Sala Nervi”, gli atleti presenti, in una suggestiva ed emozionante cornice di pubblico. Ancor prima dell’arrivo di Papa Francesco diversi personaggi illustri hanno portato testimonianze importanti, come quella del Presidente del CIP (Comitato Italiano Paralimpico) Luca Pancalli. Tanti gli artisti che si sono esibiti, tra i quali Annalisa Minetti, che dopo una carriera decennale ai vertici della musica leggera nostrana, ed il successo al Festival di Sanremo categoria “Giovani” nel 1998, all’età di 22 anni, ha stupito il mondo dell’atletica battendo il record, dei 1500 metri piani, nella categoria “non vedenti ed ipovedenti” a Londra 2012, che le è valsa la medaglia di bronzo. E ancora Simona Atzori, eccezionale ballerina e pittrice italiana, e Max Tagliata, con la magia della sua fisarmonica. Tutti esempi di come la nostra libertà di espressione non sia vincolata, o strettamente dipendente ad una condizione di “abilità” fisica.

L’ultima giornata dell’evento, Domenica 5 Ottobre, ha visto “scendere in campo”, nella suggestiva cornice di Piazza S. Pietro, tutti gli atleti presenti, che hanno dato dimostrazione di abilità fianco a fianco, ognuno nella propria disciplina, sotto il sole caldo di un piacevole autunno.

Questa esperienza è stata sicuramente un veicolo forte per un messaggio di speranza, un modo per dimostrare che lo sport è un ottimo viatico per l’accettazione della diversità, in una società che troppo spesso raffigura la disabilità come un qualcosa da compatire. La speranza che tutti, un giorno, possano vedere questa condizione come un valore aggiunto e non qualcosa di cui avere paura. Personalmente mi sento legata a questo Papa da un sentimento di stima e profondo affetto, un uomo che in mezzo a tanta superficialità, in uno Stato dove ancora i diritti delle persone disabili non sono sempre rispettati e rappresentati, abbia dato voce a chi attraverso lo sport sogna un futuro migliore, per se stesso e per gli altri.


Ceres













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