PLAYOFF 2015, DAY 1 - La ventesima edizione dei
Playoff del Campionato Italiano ha finalmente aperto i battenti, accendendo i
riflettori sull’evento dell’anno. Il Presidente Antonio Spinelli, nel suo
discorso di benvenuto, ha ricordato quanto di buono è stato fatto in questi
primi vent’anni di storia della Federazione, un intervento accompagnato da una
speranza per il futuro, quella di vedere un movimento sportivo unito, che non
lasci incancrenire nella rabbia o nella polemica sterile le proprie
potenzialità di crescita. Il pensiero è condivisibile, se non fossimo nati nel
Paese dove la polemica è stata inventata. Fa parte di noi italiani, e forse è
più bello così. La Cerimonia di Apertura prosegue tra esibizioni di danza,
sorrisi, ed una frenetica voglia di aprire un altro tipo di danze, quelle con
mazza e stick.
La fase di
avvicinamento ad una Fase Finale è un nevrotico incalzare di aspettative,
sogni, pronostici, e probabilmente tanto altro. Per esempio, chiedete ad uno di
quei ragazzi con un serpente sul petto cosa hanno provato, lì a bordo campo,
mentre assistevano ad uno spettacolo al quale fino a poche settimane prima non
avrebbero immaginato di assistere. Un sogno ad occhi aperti per i ragazzi di
Udine, che hanno saputo dimostrare costanza e grande forza di nervi in quello
che, conti alla mano, è stato il girone più combattuto dell’intera serie
cadetta. Per uno strano scherzo del destino, però, il sogno friulano subisce un
brusco risveglio ad opera della “squadra dei sogni”, quel Dream Team che sembra
già lanciato verso la vittoria del Campionato dopo il primo giorno di gare.
Ronsval e compagni ricordano a quei ragazzi di belle speranze che la strada
verso la massima serie italiana è ancora lunga, con una prestazione che non ammette
repliche, ma che allo stesso tempo non dice tutta la verità sulle reali
potenzialità dei Madràcs, apparsi a tratti, se non arrendevoli, decisamente
spaventati da un palcoscenico di cotanto prestigio sportivo. A volte basta solo
rompere il ghiaccio per iniziare a giocare come si sa, sperando che questo
avvenga già nel match-day di oggi.
Il secondo incontro di
giornata ha visto contrapposte due squadre dalla grande memoria sportiva. I
Blue Devils Genova, orfani di quell’Andrea Ronsval che da due stagioni incanta
all’ombra della Madunina, hanno
saputo comunque rinnovarsi, proponendo un mix di nuove proposte (vedi alla voce
Sciuva, Usai e Ottonelli, tanto per fare qualche nome) e qualche usato sicuro
(come Alessio Merlino), il tutto condito con il peso in fase offensiva di “Gigi-gol”,
al secolo Luigi Tortora. Dall’altra parte del campo i
Dolphins Ancona, che ancora oggi, a distanza di parecchi anni, si affidano all’uomo
simbolo Stefano Occhialini, generoso operaio dell’hockey che ama alternare
gioco di sciabola e fioretto. I primi due quarti hanno espresso una certa
superiorità dei marchigiani, che non si è concretizzata nel punteggio per via delle
troppe imprecisioni in fase di realizzazione, che hanno permesso ai genovesi di
rimanere in partita. I due squilli liguri, neanche a dirlo, li butta dentro il
solito Tortora. A chiudere definitivamente la contesa, però, ci pensa l’uomo
del momento, quello che nello scontro diretto valido per la qualificazione contro
gli Sconvolts Pescara ha deciso che ai Playoff ci sarebbero andati loro, i Delfini,
stroncando sul nascere ogni velleità di vittoria degli amici abruzzesi. Le due
accelerazioni di Marco Galeazzi danno respiro alla panchina guidata da coach
Salvatore Pichierri, sbarrando la strada verso i primi agognati ‘tre punti’.
Nel rispetto dei pronostici della vigilia si chiude così la prima giornata di
gare, proseguita con un’amichevole nel dopocena, forse per favorire la
digestione.
Nel pomeriggio di oggi tocca
alle quattro finaliste di A1, sperando che sia uno spettacolo d’intensità
agonistica, la stessa alla quale siamo abituati da circa Vent’anni.
Fabregas
[In foto - alcuni momenti della prima giornata di gare]
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