“La disabilità che
sperimentate in qualche aspetto del vostro fisico, attraverso la pratica
sportiva, e il sano agonismo, si trasforma in un messaggio di incoraggiamento
per tutti coloro che vivono situazioni analoghe alle vostre, e diventa un
invito ad impegnare le proprie energie per fare cose belle insieme, superando
le barriere che possiamo incontrare intorno a noi, prima di tutto quelle dentro
di noi.”
Questa bellissima
frase, tratta dal discorso di Papa Francesco, in occasione del primo gala della
disabilità Believe to be alive (“Credi
per essere vivo”), è un messaggio di speranza per tutti coloro che, pur vivendo
un handicap, tramite lo sport, vogliono e possono superare ogni tipo di
barriera che la società e la nostra cultura spesso ci presentano.
La manifestazione,
tenutasi in Vaticano, è stata suddivisa in tre giornate. Venerdì 3 ottobre sono
stati premiati gli atleti che si sono contraddistinti a livello mondiale nella
propria disciplina, persone che con la tenacia e la voglia di non mollare hanno
scritto pagine importanti di sport e di vita, come Alessandro Zanardi, l’ex
pilota di Formula 1 che perse entrambe le gambe in seguito ad un incidente in
gara nel 2001. Alle Paralimpiadi di Londra, nel 2012, ha portato a casa ben due
medaglie d’oro e una d’argento, entrando nella leggenda dell’handbike e dello
sport italiano tutto. Tra le altre premiazioni di giornata quella del
Commissario Tecnico della Nazionale Italiana di ciclismo paralimpico Mario
Valentini, che ha fatto del gioco di squadra, e dell’altruismo, una filosofia
di vita.
Sabato 4 ottobre il
Pontefice ha incontrato, presso la “Sala Nervi”, gli
atleti presenti, in una suggestiva ed emozionante cornice di pubblico. Ancor prima dell’arrivo
di Papa Francesco diversi personaggi illustri hanno portato testimonianze importanti,
come quella del Presidente del CIP (Comitato Italiano Paralimpico) Luca
Pancalli. Tanti gli artisti che si sono esibiti, tra i quali Annalisa
Minetti, che dopo una carriera decennale ai vertici della musica leggera
nostrana, ed il successo al Festival di Sanremo categoria “Giovani” nel 1998,
all’età di 22 anni, ha stupito il mondo dell’atletica battendo il record, dei 1500 metri piani, nella categoria “non vedenti ed ipovedenti” a Londra 2012, che
le è valsa la medaglia di bronzo. E ancora Simona Atzori, eccezionale
ballerina e pittrice italiana, e Max Tagliata, con la magia della sua
fisarmonica. Tutti esempi di come la nostra libertà di espressione non sia
vincolata, o strettamente dipendente ad una condizione di “abilità” fisica.
L’ultima giornata dell’evento,
Domenica 5 Ottobre, ha visto “scendere in campo”, nella suggestiva cornice di Piazza
S. Pietro, tutti gli atleti presenti, che hanno dato dimostrazione di abilità
fianco a fianco, ognuno nella propria disciplina, sotto il sole caldo di un
piacevole autunno.
Questa esperienza è stata
sicuramente un veicolo forte per un messaggio di speranza, un modo per
dimostrare che lo sport è un ottimo viatico per l’accettazione della diversità,
in una società che troppo spesso raffigura la disabilità come un qualcosa da
compatire. La speranza che tutti, un giorno, possano vedere questa
condizione come un valore aggiunto e non qualcosa di cui avere paura.
Personalmente mi sento legata a questo Papa da un sentimento di stima e
profondo affetto, un uomo che in mezzo a tanta superficialità, in uno Stato
dove ancora i diritti delle persone disabili non sono sempre rispettati e
rappresentati, abbia dato voce a chi attraverso lo sport sogna un futuro
migliore, per se stesso e per gli altri.
Ceres
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